venerdì 14 ottobre 2016



  Tema.
Considerazioni sulla “Madre di tutti i referendum” – 4 dicembre 2016.
Premessa.
Un punto d’onore degli ufficiali delle Forze armate era tenere le distanze dai partiti, non dalla politica. Da vecchio soldato rispetto le regole anche in riserva e ci vedo chiaro, pare. Questo esercizio di ascendenza militare varrebbe, a chiunque lo praticasse, senso dello Stato, serenità di giudizio e sentenze limpide come acqua.
Personaggi.
• La gente di sinistra-sinistra, grillini compresi
• La gente di destra
• Il premier Renzi
• Il mister Berlusconi
• L’odio politico
Svolgimento.
Gente di destra e di sinistra, non è più il premier Renzi a… mangiare i bambini né sarà lui a trasformarsi in despota, come temete. C’è da chiedersi se nell’Occidente – USA, Europa, Italia – ci sia ancora posto, oggi, per un dittatore.
I favorevoli al “no” sono gente sia di sinistra-sinistra, grillini compresi, sia di destra. I primi odiavano mister Berlusconi e oggi odiano il presidente Renzi (per una parte di loro è il Segretario di partito). A tale esecrazione si è aggregata anche la gente di destra. Che guazzabuglio!
Tutti protestano di volerla cambiare loro, la Costituzione. La sinistra non lo farà, l’avrebbe già cambiata, volendo. Si è guardata dal metterci mano, le va bene così. Per questa sua fedeltà ha goduto agiatezze, potere e lunga vita fuori dai problemi quotidiani del popolo. La destra, dal canto suo, ci ha provato a cambiarla, fingendo però di ignorare che la strapotente sinistra nostrana non glielo permetterà mai.
Apro un sipario sull’ipotesi della vittoria del “no”. Vivremo per altri “x” anni (70?) nell’Italia che tutti conosciamo, non lo possiamo negare, da quando siamo nati. Dove i militanti di sinistra e di destra assisteranno al ritorno di una gerontocrazia recuperata da un risicato sfascio e dove continueranno a godere la sorte che hanno retto finora senza batter ciglio, quella di tar-tassati.
La destra, in particolare, si esporrà al rischio di essere spazzata sotto il tappeto dalla nuova, potente sinistra e relegata in un angolo del potere politico.